martedì 6 marzo 2012

ACQUA: “RISPETTO DELLA VOLONTA' POPOLARE ESPRESSA NEL REFERENDUM DEL GIUGNO 2011." INTERROGAZIONE DI STUFARA (PRC-FDS)

Interrogazione a risposta immediata del capogruppo di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra, Damiano Stufara, per sapere “se la Giunta regionale è a conoscenza delle recenti decisioni degli Ati 1, 2 e 4 dell'Umbria, che comportano aumenti tariffari e contratti di servizio con i gestori che non rispettano gli esiti del referendum sull'acqua”. Tali atti, spiega Stufara, sono difformi rispetto a quanto deciso dall'Ati 3 di “non riconoscere la remunerazione del capitale tra i costi del gestore”, presentando una tariffa inferiore rispetto alle previsioni del Piano d'Ambito.

(Acs) Perugia, 6 marzo 2012 – Il capogruppo regionale del Partito della Rifondazione comunista-Federazione della sinistra Damiano Stufara ha presentato un'interrogazione a risposta immediata (question time) per “sapere se la Giunta regionale è a conoscenza delle recenti decisioni degli Ati 1, 2 e 4 dell'Umbria riguardanti piani tariffari e contratti di servizio con i gestori, e per conoscere le iniziative che si intendono assumere nel rispetto del risultato referendario del 12 e 13 giugno 2011 che, anche in Umbria, ha visto esprimersi favorevolmente la stragrande maggioranza della popolazione e che finora risulta rispettato nel solo Ambito territoriale n. 3”.

Nell'atto, Stufara ricorda che nella deliberazione dell'assemblea d'Ambito dell'ATI 1 e 2 del 15 febbraio scorso, relativa all'articolazione tariffaria per il 2012 si sostiene che, rispetto agli effetti prodotti dai referendum, la remunerazione del capitale investito sia da intendersi come “il costo del capitale necessario al finanziamento degli investimenti da sostenere per rendere possibile la realizzazione di quelli previsti dal Piano d'Ambito”, per cui “appare ragionevole sostenere che, qualora tale componente di costo dovesse essere espunta dalla tariffa, la relativa copertura finanziaria dovrebbe pur sempre essere garantita al gestore, rispetto al quale non si ritiene necessaria una “rinegoziazione degli impegni contrattuali con altre forme di finanziamento da porre necessariamente a carico dei Comuni interessati, a meno di non voler rinunciare all'effettuazione degli investimenti”. Si dispone pertanto la costituzione di “un apposito fondo nel quale far confluire tutte le somme corrispondenti alla quota tariffaria imputabile all'applicazione del 7% a titolo di remunerazione degli investimenti programmati per l'anno 2012” o in alternativa la prestazione per il medesimo importo di una fideiussione bancaria o assicurativa da parte del gestore; in ogni caso risulterebbe confermato l'importo delle tariffe precedentemente pianificato. Analogamente, nella deliberazione dell'Assemblea d'Ambito dell'ATI 4, si dispone di scorporare la remunerazione del capitale investito dal dimensionamento della tariffa e di applicare, a garanzia dell'equilibrio economico-finanziario, la “tariffa media di Piano d'Ambito ante referendum pari a 2,39 euro/mc d'acqua, ottenuta dalla tariffa media del 2011 incrementata del 5%, limite di prezzo, e del tasso d'inflazione”; la nuova articolazione risulta dunque mantenere l’originale struttura, con “l'incremento di tutte le relative componenti, dalla quota variabile alla quota fissa, del limite di prezzo pari al 5%, e del tasso di inflazione programmato”. Invece, contrariamente alle deliberazioni delle Autorità d'Ambito sopra menzionate, l'ATI 3 ha confermato la decisione già assunta negli anni precedenti di non riconoscere la remunerazione del capitale tra i costi del gestore; nella deliberazione del febbraio scorso ha inoltre stabilito, all'interno della nuova articolazione tariffaria 2012, una riduzione del 13,9 per cento della quota fissa per le utenze domestiche e un incremento del 3,6 per cento riferito ai maggiori investimenti effettuati, che portano a fissare per l'anno corrente una tariffa inferiore alle stesse previsioni del Piano d'Ambito.

Il capogruppo di Rifondazione comunista sottolinea altresì che il 12 e 13 giugno 2011 ventisette milioni di italiani si sono espressi votando a favore dei quesiti referendari concernenti le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a partire dall'acqua e la remunerazione garantita dei capitali investiti. A seguito di tale esito referendario “si è disposta – ricorda Stufara - l’abrogazione parziale del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo numero 152 del 2006, in materia di determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito, con l'espunzione, tra i componenti della tariffa del servizio idrico integrato, della 'remunerazione del capitale investito' determinata ai sensi del cosiddetto metodo normalizzato, per la quota parte relativa al tasso di remunerazione del capitale investito e conseguente disapplicazione di tale remunerazione per l’articolazione tariffaria imposta all’utenza”.

Infine, Stufara sottolinea che nell'ultimo Documento Annuale di Programmazione, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 24 febbraio, “viene sancito l'impegno della Regione al 'rispetto della volontà popolare espressa col referendum di giugno 2011 per quello che riguarda la gestione dell'acqua pubblica', a cui evidentemente non sembrano finora conformarsi le scelte operate dalle amministrazioni locali negli Ambiti Territoriali 1, 2 e 4, sia rispetto ai piani tariffari, sia rispetto ai contratti di servizio con i soggetti gestori”.