giovedì 13 settembre 2012

Lettera di risposta di SII e ATI4 alle lettere di diffida consegnate dal Comitato

Qui trovate il testo delle lettere di risposta di ATI4 e SII, in cui si ignora totalmente la domanda, che riguardava il secondo semestre del 2011.

Lettera anonima recapitata al Comitato

Ci è stata recapitata una lettera anonima spedita da Fiumicino il 13.07.2012.
Il testo della lettera è il seguente:

Per capire il perché di tariffe tanto alte, chiedete al SII come e da chi vengono realizzati i lavori, e scoprirete cose molto interessanti.
Scoprirete che i lavori vengono realizzati dal socio privato senza alcuna gara, con un ribasso molto inferiore alla media di mercato; quanto si sono messi in tasca illegalmente i privati in questi anni?

Ipotizzando 70 milioni di euro di lavori realizzati, e il 10% di ribasso in meno rispetto al mercato, scopriamo che il privato, oltre all'utile lecito, si è messo in tasca 70 M x 10% = 7 milioni di euro illecitamente. In questo modo si sta consentendo ai privati di mettersi in tasca illegalmente soldi pubblici facendo pagare le tariffe tra le più alte d'Italia.
Non sarà difficile verificare queste cose al SII, basta chiederglielo.

Praticamente, secondo questa lettera, il Comune di Terni (tramite l'ATO) dà al SII i soldi per eseguire i lavori di manutenzione, il quale subappalta all'ASM (azienda municipalizzata) gli stessi lavori, trattenendo una percentuale.

domenica 22 luglio 2012

Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali

Il 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.

Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse  la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini. Sula difesa della volontà popolare espressa dal referendum del 12 e 13 giugno 2011 il comitato per l'acqua bene comune ha costruito l'iniziativa di "obbedienza civile" attraverso cui sin'ora oltre 500 famiglie della provincia, di Terni, Narni, Orvieto, Amelia e Otricoli stanno chiedendo al SII e all'ATI 4 il rimborso del 7% delle bollette pagato per il profitto di impresa.

La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. 
Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: non solo l'acqua ma tutti i servizi (rifiuti, trasporti, scuole e sanità..) non devono essere privatizzati ma debbono rimanere beni comuni.


Si scrive acqua, si legge democrazia! 

venerdì 6 luglio 2012

La risposta del Comitato di Terni a SII ed ATI

In seguito al comunicato uscito ieri, ecco la nostra risposta:

CHIEDIAMO CHE ATI E SII RISPETTINO IL REFERENDUM: RIMBORSANDO IL 7% SULLA BOLLETTA 

Coloro che percorrono a piedi in questi caldi giorni la via francigena ed i paesi della Valnerina troveranno le fontanelle pubbliche chiuse dal SII. In provincia di Terni abbiamo perdite degli impianti di circa il 50% dell’acqua e quello che fa il gestore è togliere l’acqua delle fontane. A Fornole i cittadini stanno conoscendo quanto siano affidabili i comunicati del SII che parlano di investimenti: non hanno acqua potabile da settimane. Il SII gestore del servizio idrico si fa un po’ di pubblicità nel comunicato stampa del 4 luglio affermando che è stato rispettato l’esito referendario. Noi che abbiamo consegnato 420 firme di famiglie che chiedono il rimborso, tramite la campagna di obbedienza civile, del 7% da luglio 2011 (quando cioè i risultati del referendum furono pubblicati in gazzetta ufficiale) a dicembre 2011. E sappiamo che da dicembre 2011 il CDA di ATI4 ha di fatto spostato quel 7% dalla voce specifica del profitto di impresa su tutta la bolletta. Della serie paghi sempre quel 7%. Il SII ci informa che questo giochino contabile è stato fatto insieme ad associazioni dei consumatori, il comitato per l’acqua di Terni vorrebbe sapere chi si è prestato a questi giochetti contabili a somma zero per gli stessi consumatori.
Noi sappiamo che:
  1. SII, il gestore trentennale del servizio pubblico ha le tariffe più care dell’Umbria e tra le più care d’Italia.
  2. in bolletta sono stati caricati in varie forme (costi non ammissibili in tariffa, oneri di ingegneria, interessi sugli investimenti) i debiti fatti dal SII verso le banche, cosa che il TAR dell’Umbria ha considerato illegittimo. Basti ricordare il mutuo ventennale contratto nel 2006, per il quale i cittadini pagano € 523.110 all'anno, più gli eventuali interessi di € 310.000.
  3. il servizio è carente, la situazione di Fornole è solo l’ultima emergenza
  4. non c’è reale volontà di restituire quanto pagato illegittimamente dalle famiglie dopo i referendum del 12 e 13 giugno 2011
  5. gli investimenti promessi dal SII sono solo retorici, in verità mancano 10 sui 14 milioni di euro (oltre il 70%) di fondi che SII avrebbe dovuto investire nelle strutture e non ha investito (risparmio su servizi fatti pagare in bolletta)
  6. la percentuale delle perdite dell’acqua è intorno al 50%
  7. le fontane pubbliche lungo la Valnerina vengono chiuse, quando basterebbe fornirle di rubinetti per evitare sprechi.
  8. I rimborsi dovuti a 2500 utenti per allaccio alle fognature sono di fatto tenuti in ostaggio dal SII, che invece di avvisare direttamente gli aventi diritto mette i codici utenti su internet
  9. La inutile sede dell’ATI4, pagata oltre € 400.000, è stata indirettamente pagata dagli utenti
  10. Fare impresa così è facile: tutto viene fatto pagare ai cittadini: calcoli sbagliati, profitti di impresa illegittimi, perdite di acqua, mancati investimenti, debiti e immobili.
Per questo chiediamo:
  1. immediati rimborsi,
  2. la diminuzione consistente dei prezzi della quota considerata vitale (80 litri al giorno pro capite)
  3. il ritorno alla gestione pubblica
Il comitato referendario per l’acqua bene comune di Terni, Narni, Amelia ed Otricoli

mercoledì 4 luglio 2012

Campagna di obbedienza civile

Per aderire alla campagna di obbedienza civile sull'applicazione del referendum dello scorso anno, bisogna scaricare la lettera di diffida da qui: 
SCARICA IL DOCUMENTO NEL FORMATO PDF

stamparla e compilarla in ogni sua parte (molto importante indicare il codice cliente, che può essere ricavato dalla bolletta dell'acqua).

Le lettere possono essere consegnate: 
dal lun al ven, dalle 15 alle 20
c/o Blob.lgc, via Carrara 2, Terni, Tel. 0744 431314
oppure
lun, dalle 17 alle 20
c/o Cobas, via del Lanificio 19, Terni.
oppure mandate via fax:
a Blob.lgc 0744 431314
oppure via email:
scansionate e spedite a comitatoacquaterni@gmail.com

lunedì 2 luglio 2012

I GESTORI DEL SERVIZIO IDRICO IN UMBRIA RESTITUISCONO LA QUOTA FOGNATURA E DEPURAZIONE AGLI UTENTI NON SERVITI DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE 335/2008. MA SOLO SU RICHIESTA!



Le utenze Umbre non depurate sono circa 34000 nell’ATI 1 e 2 e circa 2500 nell’ATI 4, mentre l’ATI 3 non pubblica ne gli elenchi ne il piano tariffario completo! I gestori del Servizio Idrico (Umbra AcqueSII Terni e VUS) dovranno restituire il canone depurazione e fognatura pagato nei 5 anni antecedenti la sentenza alle utenze non servite da depuratore.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione del fallimento della gestione privatistica dove i privati con i loro investimenti, dovevano superare le inefficienze del pubblico. Ma i fatti hanno dimostrato ancora una volta il contrario!
Infatti gli investimenti previsti dai piani d’ambito non sono stati realizzati, ma sono stati fatturati nelle bollette canoni per un importo stimato di circa 4 milioni di € che ora, dopo la sentenza della Corte Costituzionale dovranno restituire agli utenti, così come si continua a fatturare la remunerazione del capitale investito (15,82% sull’ATI 1 e 2 e circa il 7% sull'ATI 4), abrogato da un’altra sentenza della Corte Costituzionale dopo la vittoria dei referendum del 2011 che a distanza di un anno non sono stati applicati.
INVITIAMO QUINDI GLI UTENTI A CONTROLLARE SE SI E’ INSERITI NEGLI ELENCHI PUBBLICATI SUI SITI DEI GESTORI E LE BOLLETTE DEL SERVIZIO IDRICO PER VERIFICARE LA CORRETTEZZA DEI PAGAMENTI, NONCHE’ AD INVIARE LA RICHIESTA DI RIMBORSO E/O CONTESTAZIONE.

Approfondimenti

Che succede quando i guardiani del pollaio aprono le porte alle volpi?

Nel nostro caso i guardiano del pollaio sono gli ATI comprendente tutti Sindaci dell'Umbria e le volpi i gestori Umbra Acque SPA, VUS SPA e SII SCPA!
Non è difficile indovinare chi sono i polli che ci rimette le penne....
Sono gli ATI 1 e 2 che autorizzarono l'adeguamento del deposito cauzionale giudicato poi illegittimo dal tribunale dopo 5 000 reclami e quindi il gestore non insiste... ma gli utenti che invece lo hanno pagato non sono risarciti perché la delibera dei ATI è ancora in vigore.
È l'ATI 3 che non obbliga la pubblicazione dell'elenco degli aventi diritto alla restituzione della quota pagata per la depurazione e la fognatura nel sito della VUS SPA.
Sono tutti gli ATI che non obbligano come previsto dal DM 30/09/2009, i gestori a comunicare ad ogni utente avente diritto alla restituzione della quota pagato per la depurazione e la fognatura che possono fare richiesta di rimborso per il maltolto.
È nell'ATI 1 e 2 che ancora ad oggi, nel 2012, aventi diritti alla restituzione della quota pagata per la depurazione e la fognatura per il quinquennio antecedente al 1 ottobre 2009, pagano ancora la quota di depurazione e fognatura,
È l'ATI 4 che accende mutui e le inserisce in tariffa per pagare i debiti pregressi del gestore.
Sono gli ATI 3 e 4 che nel calcolo annuale della tariffa applicano l'inflazione all'inflazione.
Sono gli ATI tutti che non controllano e non obbligano i gestori a fare tutti investimenti previsti dal piano d'ambito.
Sono gli ATI 1, 2 e 4 che perseverano ad applicare la tariffa comprendente la remunerazione del capitale investito ( rispettivamente 15,8% e e 7% della bolletta attuale) abrogata dal referendum del giugno 2011.
Ma gli utenti sono famiglie, aziende, cittadini non polli e si sono espressi un anno fa per un controllo partecipato alla gestione pubblica del servizio idrico.


I CONTATTI DEL COMITATO UMBRO ACQUA PUBBLICA:

PERUGIA
mercoledì dalle 17,30 alle 19,30, in Via del Lavoro 29, Tel e Fax 075 5057404
Michel 338 1912990 Elisabetta 333 7826433
martedi, giovedi, venerdi dalle 17 alle 20 – YaBasta via Ulisse Rocchi 48 – Nicoletta 340 4714 165
sabato h 11,00 -13,00 Ponte San Giovanni- Via S. Bartolomeo 50- Anna Grazia 320 8641344
Alto Tevere, Massimo 333 9102499
Terni e Provincia, Franco 328 6536553
Marsciano, Luca 347 4016101
Gubbio, Antonio 3383048081
Magione, Massimiliano 3403737948
Orvieto, Mirko 328.5430394 - comitatoacquapubblicaorvieto@gmail.com

Il comitato umbro acqua pubblica - acquapubblicapg@gmail.com

venerdì 15 giugno 2012

Obbedienza civile - di Alessandra Caraffa

Una nuova battaglia per l'acqua bene comune
Martedì 12 giugno, ad un anno esatto dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua, il Comitato provinciale di Terni per l’acqua bene comune ha consegnato ai funzionari del Sii (servizio idrico integrato) centinaia di reclami per la mancata applicazione degli esiti referendari. La campagna di obbedienza civile è partita in molte città italiane - nei giorni del primo compleanno della grande vittoria del popolo referendario - con lo scopo di far rispettare il voto espresso dai 27 milioni di cittadini che hanno partecipato alle consultazioni. Rispettare il voto significa inequivocabilmente eliminare dalle bollette dei servizi idrici la “remunerazione del capitale investito”, voce di spesa abrogata dal secondo quesito referendario.
Nessun gestore ha, ad oggi, applicato la normativa in vigore dal 21 luglio 2011: per tutta risposta, i comitati già attivi durante la campagna referendaria sono tornati a far sentire la propria voce, chiedendo la decurtazione dalle bollette del capitolo di spesa abrogato dal voto popolare e sottoscritto dal Presidente della Repubblica nel luglio dello scorso anno. La campagna di obbedienza civile si è svolta - a Terni – principalmente in occasioni e spazi pubblici, ed è stata sin dall’inizio caratterizzata dalla decisa volontà di denunciare il gravissimo “furto di democrazia” per cui il voto di milioni di cittadini rischia di essere scavalcato dagli interessi del capitale.
In questo senso la situazione ternana non costituisce un’eccezione: in tutta Italia è valso un giochino - suggerito curiosamente da Napolitano junior ad Acea - che prevede lo spostamento della cifra illegittima dalla voce “capitale investito” a quella “costo finanziario della fornitura del servizio”. Il profitto non va dunque eliminato, basta che non venga considerato un “utile” ma un costo per l’erogazione del servizio: è sufficiente dunque cambiargli di nome e il pericolo di una gestione dell’acqua senza lucro è sventato.
Non a caso, a partire da gennaio 2012, dalla bolletta del Sii è sparito quel 7% di remunerazione del capitale ed è comparso un magico aumento del 6,22% del costo della fornitura dell’acqua. La tesi di Giulio  Napolitano, per cui la cifra in questione non è un profitto per le Srl bensì un costo di gestione del servizio, è stata dunque accolta a Terni come altrove - Puglia vendoliana compresa.
Ed è esattamente questo l’argomento utilizzato dall’amministratore delegato del Sii al momento del confronto con i rappresentanti del Comitato provinciale ternano: si tratterebbe di costi di gestione, non di profitto.
Durante la consegna dei moduli c’è stato un lungo confronto tra il comitato referendario e l’Ad del Sii, Graziano Bernardi, cui sono stati esposte le ragioni delle centinaia di cittadini ricorrenti e della lotta perché l’acqua sia un bene comune e non una merce. Ben 416 famiglie, soltanto in questa prima fase della campagna, hanno chiesto il rimborso del 7% della bolletta. Ma dal Sii rispondono che si applicano tecnicamente le delibere dell’Ato, l’assemblea dei sindaci che dispone le linee guida della gestione del servizio. Da parte del Comitato non può che essere sottolineata la permeabilità dei rapporti tra l’Autorità (l’Ato) e il gestore (il Sii), che poi è quella che caratterizza tutte le gestioni miste pubblico-privato, tramite le quali i poteri forti si rinnovano sul terreno fertile dei servizi essenziali come la gestione di acqua, vie di comunicazione e rifiuti. La società consortile Sii è al 75% pubblica (composta per il 51% dai Comuni della Provincia, per il 18% dall’Asm, l’azienda municipalizzata del Comune di Terni, e per il 6% dall’Aman di Narni e Amelia), e per il 25% in mano alla proprietà privata di Umbriadue Scarl.
Ricordiamo che al tempo dell’applicazione della Legge Galli in Umbria, parte della Umbriadue Scarl era riferibile all’imprenditore Agarini, figura non proprio marginale dell’economia ternana, in stretto sodalizio con la precedente amministrazione. Ad oggi, a fronte delle battaglie contro il revamping dell’inceneritore Terni-Ena, non stupisce la presenza di Acea anche nella holding che fa profitti sul servizio idrico nel ternano. Sembrerebbe singolare la situazione per cui i Comuni della Provincia diano direttive ad una società di cui essi stessi sono gli azionisti di maggioranza. La spiegazione è semplice: il ruolo preponderante del “pubblico” è solo apparente; i patti parasociali assegnano al privato un ruolo decisivo in quanto le decisioni vengono assunte non a maggioranza ma con il 76% dei soci, quindi i Comuni sono prigionieri di una normativa per cui il pubblico si assume le responsabilità, mentre gran parte delle carte sono in mano al privato.
Il Comitato è riuscito ad ottenere un prossimo appuntamento col dirigente dell’Ato: la speranza è che non vengano utilizzate ancora - nei confronti di cittadini consapevoli e non certo ingenui - manovre eversive che spostano responsabilità e parole lasciando tutto com’è, con lo storico risultato del referendum dello scorso anno completamente, illegittimamente, disatteso.

Intervista ad Oriana Marchi, Comitato Provinciale per l'acqua bene comune
Qual è stata la risposta della cittadinanza di fronte a una nuova campagna dello stesso comitato che vinse la battaglia referendaria? Ci si aspettava un così evidente diniego di quanto espresso dal voto popolare?
La gente ci ha riconosciuto e questo ha facilitato la raccolta delle lettere di diffida. E’ ovvio che se potessimo contare sui mezzi di informazione tutto sarebbe più facile, ma i giornalisti purtroppo raramente ci prendono in considerazione. Recentemente l’Umbria Water Festival ha imperversato per un intero fine settimana in tutta la regione: tutti insieme l’hanno data vinta a chi ha inteso, purtroppo con il supporto delle istituzioni provinciali e regionali, “eventizzare” l’acqua come già successo con il cioccolato, dimenticando che l’acqua ha invece bisogno di protezione e sensibilità.
Qualcuno è rimasto allibito dalle nostre denunce perché riteneva che, una volta raggiunto il quorum al referendum del 2011, la storia fosse già diversa; altri, più attenti, si erano resi conto che nulla è ancora cambiato e sono stati ben felici di avere un’altra opportunità per dimostrare il loro malcontento. Da qui il buon successo della Campagna anche nei nostri territori.
Pensi che la situazione della provincia di Terni presenti delle specificità rispetto a quanto avviene a livello nazionale?
Purtroppo sì, anche a livello regionale: basti pensare che un metro cubo d’acqua nel ternano costa quasi il doppio che nel perugino. Nel ternano, oltre alla “remunerazione del capitale” - il famoso 7% che dovrebbe essere decurtato dalla bolletta per effetto del referendum - stiamo pagando anche 17 milioni di euro a copertura delle perdite che il gestore (il Sii scpa) ha avuto negli anni passati e che l’Ati 4 ha deciso di ripianare. Va sottolineato che questa prassi non è consentita dalla legge, tanto è vero che il Tar dell’Umbria ha emesso una sentenza in questo senso (al momento si è in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, ndr). La cosa più vergognosa: ogni anno l’Ati adotta una delibera per stabilire la tariffa media del servizio idrico integrato che si basa sul Piano d’Ambito (il contratto stabilito a suo tempo fra Ati e Sii) e l’ha fatto anche per il 2012. Peccato che il facile conteggio che porta alla determinazione della tariffa sia stato contraffatto e, anziché decurtare il 7%, la delibera preveda un ulteriore aumento del 7% pur se, a parole, viene riconosciuta la necessità della cancellazione della quota di remunerazione del capitale.
Cosa si aspetta il comitato? Pensate che il gestore accetti le istanze di rimborso? Vi aspettate qualcosa da parte dell’amministrazione?
Il Comitato ovviamente crede nella bontà di questa iniziativa in quanto non fa altro che ribadire quanto già sancito dal referendum e per questo si è nuovamente attivato affinché l’argomento, a un anno esatto, ritorni di attualità. Nello stesso tempo ci si rende conto delle difficoltà. L’attuale vuoto legislativo a livello nazionale non fa che facilitare l’alzata di spalle da parte del gestore e, quel che è peggio, da parte degli amministratori locali che, un po’ per ignoranza della materia, un po’ perché strangolati dalle ristrettezze economiche, non riescono neppure lontanamente ad immaginare una gestione del servizio idrico davvero pubblica e  partecipata.
Aggiungiamo che il direttore tecnico dell’Ati, l’ingegner Spinsanti, si è degnato di concedere un incontro al Comitato aggiungendo che in dieci minuti sarà in grado di spiegarci tutto, ribadendo così ancora una volta la sua odiosa certezza di aver sempre a che fare con degli ingenui.

Pubblicato su Micropolis - Giugno 2012

martedì 12 giugno 2012

Una pioggia di 416 reclami/istanze di rimborso


Comunicato stampa
Campagna di Obbedienza Civile, applicare i referendum sull’acqua, rispettare la volontà popolare
una pioggia di 416 reclami/istanze di rimborso
Stamattina 12 giugno alle 10, ad un anno esatto dal referendum contro la privatizzazione dell’Acqua, il Comitato provinciale di Terni per l’acqua bene comune, ha consegnato, presso la sede di via 1° maggio 65,  all’Amministratore Delegato Graziano Bernardi e al Direttore Generale Paolo Rueca del SII, servizio idrico integrato, 320 richieste da Terni e Narni di rimborso della quota del 7% delle bollette dell’acqua per la mancata eliminazione dalle bollette dell’acqua della “remunerazione del capitale” in attuazione del referendum sulle tariffe idriche. Inoltre da Orvieto sono state spedite altre 96 richieste di rimborso per un totale, in questa prima fase, di 416 famiglie che, nella sola provincia di Terni, chiedono l’applicazione dei risultati referendari ed il conseguente storno, del 7% delle bollette pagate dopo il luglio 2011.
Durante la consegna c’è stato un lungo confronto tra il comitato referendario e l’A.D. del SII, cui sono stati esposti i motivi del comitato referendario e delle centinaia di cittadini ricorrenti e la lotta perché l’acqua sia un bene comune e non una merce per fare profitti. All’incontro erano presenti Carla Chicchiero e Franco Coppoli del comitato ternano e Valter Tracchegiani di Narni.
 Il secondo quesito del referendum, al quale hanno partecipato quasi 27 milioni di cittadini, dei quali oltre il 95% ha votato Sì, ha abrogato dalla tariffa idrica la “Remunerazione del capitale investito”,  nonostante ciò SII non si è adeguata e i ternani  hanno continuato a pagare sino al dicembre 2011 una BOLLETTA dell’ACQUA che comprendeva quella voce, corrispondente al 7%, il cui costo è stato “spostato”, da gennaio ’12, nella bolletta, aumentata del 6,22%. Ciò non è legale ed i cittadini, obbedendo alla legge ed aderendo allacampagna di obbedienza civilehanno sporto reclamo e chiesto il rimborso di quanto non dovuto.
Si è determinato un grande interesse per la campagna, una grande sorpresa e rabbia, nel momento che le persone accedono all’informazione della mancata attuazione dell’esito referendario.
Per questo motivo invitiamo tutti i cittadini ad aderire alla campagna di obbedienza civile che continua ed a chiedere il rimborso delle bollette per l’importo corrispondente alla “remunerazione del capitale” pari al 7% l’anno 2011.
Il modulo si scarica da quiSCARICA IL DOCUMENTO NEL FORMATO PDF.
infotel Terni 347 3044857, Narni 3356437407, Orvieto 3285430394
Consegna Moduli dal lun al ven dalle 15 alle 20 c/o Blob via Carrara 2, Terni
Lun 17-20 Cobas, via del Lanificio 19, Terni

venerdì 4 maggio 2012

Lettera ai candidati sindaco di Narni da parte del Comitato Narnese Acqua Bene Comune

Gentile candidato sindaco,
il Comitato Narnese Acqua Bene Comune  sostiene da tempo la campagna per la diffusione della cultura dell’Acqua come Bene Comune e diritto umano universale e il processo di ripubblicizzazione dei servizi idrici.
Premesso che
- la Risoluzione ONU del 28 Luglio 2010 dichiara il diritto all’acqua potabile un diritto umano universale e fondamentale;
- in Italia si è attivata un’ampia coalizione sociale in difesa della gestione pubblica del servizio idrico che ha promosso due referendum abrogativi in materia di gestione dei servizi idrici che hanno incontrato un forte consenso nella cittadinanza. Testimonianza di ciò sono le oltre 1.400.000 firme (di cui 1586 solo nel Comune di Narni) raccolte nel 2010 per la presentazione dei quesiti referendari e dal “plebiscito” referendario che ha visto oltre 27 milioni di cittadini elettori recarsi alle urne (di cui più del 97% di essi si è espresso a favore dell’abrogazione delle norme che obbligavano alla privatizzazione dei servizi pubblici locali e a favore dell’abrogazione delle norme che prevedevano la remunerazione del capitale investito imputato nella tariffa);
- la Corte Costituzionale, per quanto riguarda l’abrogazione della remunerazione del capitale investito imputato in tariffa, ha chiarito che l’esito di questa abrogazione è direttamente applicabile senza che occorra alcun intervento legislativo e che pertanto, a partire dal 21 luglio 2011, gli enti gestori dei servizi idrici non hanno più titolo  per esigere l’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito.


Considerato che
- attualmente nell’ATI 4 della Provincia di Terni il gestore SII scpa continua ad applicare  sulla tariffa la remunerazione del capitale investito
- il Consiglio Comunale di Narni ha già approvato il 22 Gennaio 2010 una mozione con la quale si riconosce che l’Acqua è un bene comune e il servizio idrico integrato è privo di rilevanza economica
- la gestione pubblica dell’acqua non può essere garantita da una società disciplinata dal diritto privato  poiché le finalità riconosciute alle società “commerciali” sono incompatibili con la gestione del “bene comune”


Le chiediamo
quali impegni intenda assumere sulle questioni sopra descritte, nel caso Lei venga eletto, esplicitandose Lei e la Sua coalizione siate e no a favore di una gestione del servizio idrico  (come anche dei servizi pubblici locali come trasporti e rifiuti) affidata esclusivamente ad enti di diritto pubblico con meccanismi di partecipazione cittadina e in particolare:
- si impegna fin da ora ad affrontare tra i primissimi punti del Suo mandato la questione relativa al “Bene Comune Acqua” e alla sua gestione?
- si impegna ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento che “l’acqua è un bene comune , un diritto umano universale e che, a tal fine, il servizio idrico integrato deve essere sottratto alle logiche del mercato e considerato privo di rilevanza economica?
- è disponibile ad impegnare il Comune per arrivare a gestire l’acqua, insieme agli altri Comuni, attraverso un Ente di Diritto Pubblico prevedendo meccanismi di partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del settore?
- si impegna, una volta eletto, a far aderire il Comune al Coordinamento degli EE. LL. per la gestione pubblica del servizio idrico?
Per correttezza La informiamo che questa lettera è stata inviata a tutti i candidati sindaco alle prossime elezioni del Comune di Narni e che le risposte (sia affermative sia negative) saranno rese note a mezzo stampa e sui nostri siti, blog e canali telematici.
La invitiamo pertanto a rispondere entro, e possibilmente, non oltre il 2 Maggio p.v.
Un cordiale saluto
Comitato Narnese Acqua Bene Comune
Referente del Comitato:
Oriana Marchi
Tel 349 3940084
comitatonarneseacqua@libero.it
http://referendumacquaterni.blogspot.it/search/label/Narni

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Al momento il Comitato ha ricevuto la seguente risposta:

"Il candidato sindaco Sergio Bruschini, dopo aver premesso che il suo gruppo in Consiglio Comunale  ha votato a favore del dispositivo Acqua bene Comune e che egli stesso ha firmato per il Referendum, conclude con 4 si di impegno alle 4 domande della lettera"

martedì 6 marzo 2012

ACQUA: “RISPETTO DELLA VOLONTA' POPOLARE ESPRESSA NEL REFERENDUM DEL GIUGNO 2011." INTERROGAZIONE DI STUFARA (PRC-FDS)

Interrogazione a risposta immediata del capogruppo di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra, Damiano Stufara, per sapere “se la Giunta regionale è a conoscenza delle recenti decisioni degli Ati 1, 2 e 4 dell'Umbria, che comportano aumenti tariffari e contratti di servizio con i gestori che non rispettano gli esiti del referendum sull'acqua”. Tali atti, spiega Stufara, sono difformi rispetto a quanto deciso dall'Ati 3 di “non riconoscere la remunerazione del capitale tra i costi del gestore”, presentando una tariffa inferiore rispetto alle previsioni del Piano d'Ambito.

(Acs) Perugia, 6 marzo 2012 – Il capogruppo regionale del Partito della Rifondazione comunista-Federazione della sinistra Damiano Stufara ha presentato un'interrogazione a risposta immediata (question time) per “sapere se la Giunta regionale è a conoscenza delle recenti decisioni degli Ati 1, 2 e 4 dell'Umbria riguardanti piani tariffari e contratti di servizio con i gestori, e per conoscere le iniziative che si intendono assumere nel rispetto del risultato referendario del 12 e 13 giugno 2011 che, anche in Umbria, ha visto esprimersi favorevolmente la stragrande maggioranza della popolazione e che finora risulta rispettato nel solo Ambito territoriale n. 3”.

Nell'atto, Stufara ricorda che nella deliberazione dell'assemblea d'Ambito dell'ATI 1 e 2 del 15 febbraio scorso, relativa all'articolazione tariffaria per il 2012 si sostiene che, rispetto agli effetti prodotti dai referendum, la remunerazione del capitale investito sia da intendersi come “il costo del capitale necessario al finanziamento degli investimenti da sostenere per rendere possibile la realizzazione di quelli previsti dal Piano d'Ambito”, per cui “appare ragionevole sostenere che, qualora tale componente di costo dovesse essere espunta dalla tariffa, la relativa copertura finanziaria dovrebbe pur sempre essere garantita al gestore, rispetto al quale non si ritiene necessaria una “rinegoziazione degli impegni contrattuali con altre forme di finanziamento da porre necessariamente a carico dei Comuni interessati, a meno di non voler rinunciare all'effettuazione degli investimenti”. Si dispone pertanto la costituzione di “un apposito fondo nel quale far confluire tutte le somme corrispondenti alla quota tariffaria imputabile all'applicazione del 7% a titolo di remunerazione degli investimenti programmati per l'anno 2012” o in alternativa la prestazione per il medesimo importo di una fideiussione bancaria o assicurativa da parte del gestore; in ogni caso risulterebbe confermato l'importo delle tariffe precedentemente pianificato. Analogamente, nella deliberazione dell'Assemblea d'Ambito dell'ATI 4, si dispone di scorporare la remunerazione del capitale investito dal dimensionamento della tariffa e di applicare, a garanzia dell'equilibrio economico-finanziario, la “tariffa media di Piano d'Ambito ante referendum pari a 2,39 euro/mc d'acqua, ottenuta dalla tariffa media del 2011 incrementata del 5%, limite di prezzo, e del tasso d'inflazione”; la nuova articolazione risulta dunque mantenere l’originale struttura, con “l'incremento di tutte le relative componenti, dalla quota variabile alla quota fissa, del limite di prezzo pari al 5%, e del tasso di inflazione programmato”. Invece, contrariamente alle deliberazioni delle Autorità d'Ambito sopra menzionate, l'ATI 3 ha confermato la decisione già assunta negli anni precedenti di non riconoscere la remunerazione del capitale tra i costi del gestore; nella deliberazione del febbraio scorso ha inoltre stabilito, all'interno della nuova articolazione tariffaria 2012, una riduzione del 13,9 per cento della quota fissa per le utenze domestiche e un incremento del 3,6 per cento riferito ai maggiori investimenti effettuati, che portano a fissare per l'anno corrente una tariffa inferiore alle stesse previsioni del Piano d'Ambito.

Il capogruppo di Rifondazione comunista sottolinea altresì che il 12 e 13 giugno 2011 ventisette milioni di italiani si sono espressi votando a favore dei quesiti referendari concernenti le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a partire dall'acqua e la remunerazione garantita dei capitali investiti. A seguito di tale esito referendario “si è disposta – ricorda Stufara - l’abrogazione parziale del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo numero 152 del 2006, in materia di determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito, con l'espunzione, tra i componenti della tariffa del servizio idrico integrato, della 'remunerazione del capitale investito' determinata ai sensi del cosiddetto metodo normalizzato, per la quota parte relativa al tasso di remunerazione del capitale investito e conseguente disapplicazione di tale remunerazione per l’articolazione tariffaria imposta all’utenza”.

Infine, Stufara sottolinea che nell'ultimo Documento Annuale di Programmazione, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 24 febbraio, “viene sancito l'impegno della Regione al 'rispetto della volontà popolare espressa col referendum di giugno 2011 per quello che riguarda la gestione dell'acqua pubblica', a cui evidentemente non sembrano finora conformarsi le scelte operate dalle amministrazioni locali negli Ambiti Territoriali 1, 2 e 4, sia rispetto ai piani tariffari, sia rispetto ai contratti di servizio con i soggetti gestori”.