domenica 4 dicembre 2011

COMUNICATO STAMPA del 20 ottobre 2011


Malgrado il risultato del referendum del 12 e 13 giugno ne decreti il taglio, di fatto l’ATI4 continua a calcolare sulla bolletta dell’acqua un 7% per la remunerazione del capitale investito. Ma c’è di più… Sfogliando il Piano d’Ambito dell’ATI4 e i bilanci del SII si legge, per fare solo un esempio, che sulle nostre bollette sono tranquillamente caricati anche i mutui contratti dall’ATI4 per ripianare le perdite che il Sii, gestore del servizio idrico integrato, ha accumulato nei passati esercizi. E parliamo di una cifretta di 17 milioni (di euro!)

Guarda caso le bollette del Ternano sono le più “salate” dell’Umbria e sono messe molto bene anche nella graduatoria nazionale.

Aggiungiamo che questa operazione per il recupero delle perdite è assolutamente vietata dalla normativa vigente, oltre che dal buon senso, mentre noi paghiamo tutto questo a partire dal 2007 con il benestare dei nostri bravi amministratori .

Non è solo il Comitato per l’Acqua Pubblica a fare queste considerazioni bensì c’è una sentenza del TAR dell’Umbria che va esattamente nella stessa direzione che, a questo proposito, commenta “…..L’eventuale riconoscimento dei maggiori costi operativi sostenuti dal gestore nel periodo pregresso stravolgerebbe il tipo di contratto trasformandolo in un contratto “costo di servizio”, che prevede la copertura dei costi a consuntivo, azzerando il rischio di impresa di un soggetto che opera, peraltro, in un mercato di monopolio naturale qual è quello del servizio idrico integrato ……”

Alla faccia dell’efficienza, dell’efficacia e dell’ economicità del privato!

Per il momento ci fermiamo qui; presto partiremo con la campagna di “Obbedienza Civile” per riprenderci quello che ci è stato tolto.

Il Comitato Narnese per l’Acqua Pubblica

LA CAMPAGNA “OBBEDIENZA CIVILE” PARTE OGGI IN TUTTA L’UMBRIA E A LIVELLO NAZIONALE

- Alto Tevere: Massimo 333 9102499

- Provincia di Terni: Oriana 349 3940084

- Marsciano e dintorni: Luca 347 40116101

- Provincia di Perugia: Michel 338 1912990 Elisabetta 333 7826433

E-mail acquapubblicapg@gmail.com

http://acquapubblica-umbria.noblogs.org/

mercoledì 30 novembre 2011

PARTE LA CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE


PARTE LA CAMPAGNA DI OBBEDIENZA CIVILE CONTESTIAMO LE BOLLETTE ILLEGALI DELL’ACQUA

MALGRADO LA STREPITOSA VITTORIA AL REFERENDUM per l' ACQUA BENE COMUNE, dopo ormai 4 mesi NIENTE È STATO FATTO per rispettare la volontà popolare NÉ A LIVELLO NAZIONALE NÉ A LIVELLO LOCALE.

Infatti i Sindaci dell’ ATI 4, invece di tutelare i diritti dei cittadini, continuano a sostenere le lobby private che sono dentro la gestione dell'acqua, facendoci pagare nelle bollette il 7% abrogato e il ripianamento dei debiti del SII scpa.

CHIEDIAMOCI PERCHÉ 1 m3 d’acqua costa 34 centesimi in provincia di Terni e 18 centesimi a Perugia?

PERCHÉ dobbiamo ripianare le perdite finanziarie del SII (17 milioni di euro) e intanto le perdite dell’acquedotto rimangono immutate?

Vuoi farti ricalcolare la giusta bolletta?

Mettiti in contatto con il Comitato Narnese

Tel 349 3940084 comitatonarneseacqua@libero.it

mercoledì 3 agosto 2011

Il percorso della ripubblicizzazione dell'acqua in Italia


Al seminario hanno preso parte una cinquantina di persone, tra cui tanti attivisti dell'acqua ma anche persone esterne interessate al percorso di ripubblicizzazione.

Prima dell'avvio della discussione sono state fatte due introduzioni: una a cura di Paolo Carsetti in merito al quadro normativo di riferimento delineatosi a seguito dei referendum e alle iniziative, già condivise nell'assemblea nazionale di Roma del 2 e 3 luglio, da mettere in campo per attuarne i risultati. La seconda a cura di Severo Lutrario sulla questione tariffaria e sull'eliminazione della remunerazione del capitale investito.

Il seminario nel suo complesso si pone l'obiettivo di approfondire la discussione avviata all'interno del movimento per l'acqua all'assemblea di Roma al fine di rendere efficace l'azione per l'immediata attuazione dell'esito referendario.

In primis è stata data la notizia che il 20 luglio sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i decreti del Presidente della Repubblica con cui vengono abrogate le norme oggetto dei referendum. Successivamente è stato fatto un breve riassunto sul quadro normativo post referendario: per il primo l’applicazione immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria che comprende tutte le forme di gestione finanche quella tramite enti di diritto pubblico; per il secondo l'immediata applicazione della nuova tariffa tale da assicurare la copertura integrale dei costi senza la remunerazione del capitale investito. Su questa base diviene possibile ripubblicizzare il servizio idrico immediatamente. Pertanto si assume come prioritaria la mobilitazione sia territoriale che nazionale (inizio confronto con forze sociali, politiche e istituzionali) a favore dell'approvazione della legge d'iniziativa popolare, sulla quale è necessario avviare sin da subito un lavoro (già avvenuta costituzione di un gruppo di lavoro) per attualizzarne il testo soprattutto per quanto concerne la riduzione, alla luce dei referendum, del periodo di trasformazione delle varie S.p.A. in enti di diritto pubblico e il sistema di finanziamento del servizio idrico integrato.

E' stato ricordato che già all'assemblea nazionale si è assunto l'impegno a svolgere ad ottobre un seminario sulla legge d'iniziativa popolare per fare un primo bilancio della mobilitazione messa in campo e del lavoro di aggiornamento del testo così come a dar vita nell'autunno ad una manifestazione nazionale per rilanciare i risultati dei referendum e la necessità di una loro attuazione.

Per quanto riguarda gli effetti del secondo quesito si è innanzitutto approfondita la composizione della tariffa.
La tariffa viene determinata a preventivo sulla base dei costi presunti per tutto il ciclo.

L'obiettivo della società gestrice è stare dentro questi margini previsionali.

Le tariffe possono essere riviste in particolare se si registra un maggiore o minore consumo di acqua e nel caso in cui il gestore abbia realizzato tutto quanto previsto nel Piano d'Ambito e ha raggiunto gli standard prefissati nel contratto di gestione. Si deve segnalare che ciò non avviene mai e le tariffe vengono modificate solo sulla base dei desiderata delle società di gestione.

La tariffa è così suddivisa:
  1. costi operativi (calcolati con il metodo normalizzato);
  2. ammortamento degli investimenti (calcolato sulla base del piano degli investimenti che viene spalmato sull'intera durata della concessione);
  3. Adeguata remunerazione del capitale investito.
Per quanto concerne il costo dei finanziamenti (interessi che si devono alle banche che li erogano), questi non possono rientrare nella tariffa. Si tratta di un problema di cui deve farsi carico la società di gestione e che non può ricadere sui cittadini.

Le proposte emerse per l'eliminazione della remunerazione del capitale investito ricalcano quelle già emerse nell’assemblea nazionale :
  • Richiesta all'AATO di rendere pubblica l'articolazione tariffaria;
  • Lettera di diffida all'AATO dall'applicazione della tariffa prevedendo ancora la remunerazione del capitale investito;
  • In caso di risposta negativa avviare ricorsi di fronte al TAR.
Dalla discussione ampia e partecipata è emersa la necessità di consolidare la consapevolezza circa il fatto che il successo referendario ci rende più forti di ieri e che i nostri avversari, invece, sono più deboli e devono recuperare terreno. La campagna referendaria ha legittimato il movimento per l'acqua come soggetto politico. E' stato rilevato come la politica sia ormai morta, in quanto vittima della sottomissione al mercato. Il movimento per l'acqua con la sua azione può portare ad una “resurrezione” della politica.

Per quanto concerne la ripubblicizzazione del servizio idrico viene confermata la centralità della legge d'iniziativa popolare come oggetto delle nostre mobilitazioni sia a carattere nazionale che territoriale. Su questa base, forti della vittoria referendaria, si è proposto di richiedere a PD, Lega e IDV di ritirare le loro proposte di legge poiché non rispondono alla volontà espressa dagli italiani il 12 e 13 giugno.

E' stato anche proposto di avviare una approfondimento circa la possibilità di impugnare la manovra finanziaria che porterà a nuove privatizzazioni di diversi servizi pubblici locali ad esclusione dell'acqua, soprattutto alla luce del fatto che, come è stato ricordato da più interventi, il primo quesito riguarda anche la gestione di rifiuti e trasporti locali.

E' stata espressa la necessità di trovare un caso per ogni regione in cui iniziare a sperimentare le nostre proposte di ripubblicizzazione dell'acqua e a tal proposito si rilancia la proposta già emersa nelle liste di discussione di avviare dei gruppi di lavoro tematici organizzati secondo le diverse tipologie di gestori: S.p.A. miste, S.p.A. quotate in borsa e multiutilities, S.p.A. A totale capitale pubblico.

Per quanto concerne il reperimento dei fondi necessari alla ripubblicizzazione, oltre alle ipotesi già individuate, sono state avanzate e condivise le seguenti proposte:
  1. Avviare una riflessione affinchè la Cassa depositi e Prestiti ritorni ad avere una reale funzione pubblica e finanzi a tassi agevolati gli Enti Locali;
  2. Sostenere la proposta della tassa sulle transazioni finanziarie (Financial Transaction Tax).
In merito alle iniziative da mettere in campo rispetto all'attuazione del secondo quesito referendario è stato evidenziato come ci sia in atto un tentativo di disconoscimento del suo effetto che si basa essenzialmente su tre obiezioni o meglio luoghi comuni:
  • la remunerazione del capitale investito non va rimossa fino allo scadere dell'affidamento;
  • va tenuta la remunerazione degli investimenti fatti finora;
  • l'autorità nazionale determina la tariffa includendovi anche i costi finanziari;
Si è convenuto sul fatto che tali obiezioni si combattono in modo efficace ATO per ATO, da cui la necessità di aprire vertenze e iniziative conflittuali in ogni territorio coordinate a livello nazionale, in particolare seguendo quelle che sono le proposte avanzate nell'introduzione svolta da Severo Lutrario.
E' stata ribadita in più interventi la contrarietà alla costituzione dell'ATO unico regionale, al contrario è stata sottolineata la necessità che il movimento per l'acqua si faccia promotore di una ri-definizione degli ATO sulla base dei bacini idrografici. Tale ri-definizione è anche l'occasione per riavvicinare le persone alla gestione dell'acqua.
E' stato fatto riferimento anche all'esperienza positiva di Napoli circa l'avvio del processo di ripubblicizzazione, in particolare rispetto al fatto che il processo di consultazione partecipativa della città verrà realizzato congiuntamente dal Comune e dal comitato per l’acqua.
E' stato anche rilevato come la vittoria referendaria abbia avviato la conclusione di un ciclo, quello della democrazia personale e mediatica . Il movimento per l'acqua infatti si è caratterizzato dal fatto di avere un leader collettivo. Questa è stata la nostra forza e ha garantito al movimento efficacia in ogni territorio.
E' stata infine rilevata la necessità di agire a livello internazionale. Su questo tema si fa riferimento al report dell'altro seminario svolto a Genova il 21 Luglio in cui è iniziata una riflessione sulle azioni e iniziative da mettere in campo in Europa.

Genova, 22 luglio 2011
Sala convegni Sant'Agostino – Piazza Sarzano

venerdì 29 luglio 2011

Abbiamo partecipato all'Assemblea dell'ATI4: ecco com'è andata


19 luglio 2011
Assemblea dell’ATI 4

Il presidente Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni,  ha aperto l’assemblea comunicando che l’ATI ha ricevuto la lettera del  Comitato Umbro Acqua Pubblica (che è stata distribuita in copia a tutti i  presenti) ed ha informato i Sindaci che il Comitato è presente ai lavori odierni.

E sui referendum, tutto qua!!!

Poi è passato all’adozione del bilancio consuntivo 2010 e il direttore, Ing. Spinsanti, ha illustrato brevemente i risultati di bilancio precisando alcuni dettagli fra i quali quello relativo al pagamento della quota annuale del mutuo acceso per l’acquisto della sede di Via Bramante (!). Si parla di oltre 100 mila Euro nell'anno 2010 mentre le reti sono dei colabrodo (oltre 50% di perdite sull'ATI 4) e solo un quarto delle utenze vanno correttamente a depurazione!!!!

Ha anche informato l’assemblea che a fronte di una previsione di più di 8 milioni di euro di trasferimenti, è stato incassato solo poco più di 1 milione in quanto i lavori sono stati rallentati a causa di difficoltà del gestore del servizio nell’effettuare i pagamenti, per cui i trasferimenti non si sono realizzati.

Nessuno dei sindaci o loro delegati ha segnalato alcunché per cui l’adozione del bilancio è stata votata all’unanimità, così come il terzo punto all'ordine del giorno che riguardava alcune variazioni di bilancio,  di cui una  relativa alla messa a norma (dettata dall'USL!) di una fontanella (di quelle frizzanti, a pagamento, tanto pubblicizzate...) recentemente realizzata nel comune di Terni (!).

Fra le Comunicazioni finali il Presidente ha dichiarato che sono in corso e a buon punto colloqui con gli Istituti bancari per il finanziamento del Piano d’Ambito (!).
I Comuni saranno informati in dettaglio su modalità e  ricadute di questa transazione entro 15 giorni ed entro fine Luglio l’ATI incontrerà  il Consiglio di Amministrazione del SII anche per la revisione dello Statuto dell’ATI che attualmente fa ricadere sui Comuni la responsabilità degli oneri di finanziamento delle opere.
Un paradosso nella tragicommedia!
L'ATI (4) responsabile dell'operato del gestore (il SII SPA ) cerca di togliersi la responsabilità di quello che vaglia! Si chiede un prestito bancario, con le quote di azioni in fideiussioni, che saranno i cittadini a pagare, con gli interessi (cospicui!), attraverso le bollette, dopo avere vinto un referendum che abroga la remunerazione del capitale investito!

Il Presidente dell’ATI ha anche comunicato  qualcosa a proposito della gestione dei rifiuti:
-   La multinazionale Tetrapack ha proposto a tutti i Comuni di svolgere gratuitamente attività di divulgazione per il  riciclo di  questo materiale
-   Sono in corso  delle trattative, quasi concluse "positivamente",  tra il Ministero dell'ambiente, la Regione, la Provincia e la Sovrintendenza per aprire il terzo calanco ad uso discarica ad Orvieto. Con grande gioia di tutti presenti, visto che nessuno ha fiatato!!!!! Ma acqua in bocca, perché sennò c'è il rischio che la differenziata si faccia meno...

Curiosissima assemblea dove la grande partecipazione dei sindaci, quasi tutti presenti, si è accomunata a un totale mutismo e assenso davanti al direttore e al presidente, sindaco di Terni, dell'ATI.

Però ci siamo sbrigati... neanche un'ora!!!!

giovedì 7 luglio 2011

Il testo della lettera che sarà presentata alle ATI ed al Comune di Terni

All’Assemblea dell’Ambito Territoriale Integrato 4 dell’Umbria
Ai Sindaci dei Comuni dell’ATI 4 dell’Umbria 
L O R O  S E D I
Oggetto: Lettera aperta del Comitato Umbro Acqua Pubblica e del Comitato Provinciale di Terni

Con la presente le cittadine e i cittadini dei Comuni ricadenti in questo Ambito Territoriale intendono rappresentare quanto segue:
da tempo il Comitato Umbro Acqua Pubblica sta portando avanti in tutto il territorio regionale un percorso di riconoscimento del diritto umano all’acqua oggi compromesso da una gestione privata del servizio idrico integrato. Una gestione che ha portato ad aumenti spropositati delle tariffe tanto che l’Umbria è la terza regione più cara d’Italia,  e alla diminuzione della qualità del servizio, sia in termini di perdite della rete idrica (47% della risorsa dati CONVIRI), che in termini di qualità dell’acqua.
Il grande risultato referendario del 12 e 13 giugno  ha ribadito la volontà popolare (della maggioranza assoluta degli italiani), di tornare indietro sul  modello di gestione privata, e dell’impossibilità di trarre profitto da un bene indispensabile alla vita quale è l’acqua. 

Alla luce dei risultati del referendum, coerentemente e conseguentemente ad essi, nel rispetto della volontà popolare e della democrazia, il Comitato Umbro Acqua Pubblica e con esso il Comitato Provinciale di Terni chiedono  a quest’Assemblea:
- che  venga immediatamente approvata la riduzione delle tariffe della quota di remunerazione di capitale investito, così come abrogato con referendum;
- che venga deliberato  di inserire nello statuto dell’ATI 4  la specifica dizione che il servizio idrico integrato è di interesse generale e privo di rilevanza economica, e che conseguentemente, deve essere gestito attraverso un soggetto giuridico di diritto pubblico con la partecipazione dei comitati e associazioni interessate negli organi decisionali e di controllo;
- che venga aperto un tavolo partecipativo con il Comitato Umbro Acqua Pubblica   per discutere e programmare il percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.

p.Il Comitato Umbro Acqua Pubblica                                             
Elisabetta Di Persio                                       

p.Il Comitato Provinciale Terni                                            
Maria Cristina Garofalo

giovedì 16 giugno 2011

Un ringraziamento a tutte/i gli attivisti, gli elettori, i cittadini...


COMUNICATO STAMPA

Referendom stravinto: Acqua, da oggi si cambia

Nonostante il boicottaggio sistematico da parte dei grandi mass media, nonostante i tentativi trasversali di trasformare la campagna referendaria nell'ennesimo scontro politicista tutto interno al Palazzo, le donne e gli uomini di questo Paese hanno risposto con una straordinaria partecipazione al voto e con un'inondazione di SI.

SI, la gestione dell'acqua dev'essere sottratta al mercato; SI, sull'acqua non si possono fare profitti.

Questo ha detto l'intero popolo italiano vincendo una grande battaglia di civiltà.
E' stata una campagna straordinaria che ha attraversato ogni angolo del Paese con allegria e determinazione: e il popolo italiano ha risposto, dimostrando come un'intera società sia in movimento per la riappropriazione sociale dell'acqua e dei beni comuni e per riconquistare la democrazia.

Da oggi niente sarà più come prima.

Con questo straordinario voto, per la prima volta dopo due decenni, il popolo italiano ha sonoramente sconfitto le politiche liberiste e l'idea che l'intera vita delle persone debba essere assoggettata al mercato.

Le donne e gli uomini di questo Paese hanno detto con meravigliosa chiarezza che un altro mondo è possibile, che la gestione dell'acqua dev'essere ripubblicizzata, che i beni comuni devono essere difesi, che un'altra democrazia è necessaria.

Questo limpido voto dice anche quali dovranno essere i prossimi passi.

L'abrogazione del famigerato decreto Ronchi richiede una nuova normativa. Dal 2007 è depositata in parlamento una legge d'iniziativa popolare, promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua con oltre 400.000 firme: dev'essere immediatamente portata alla discussione ampia e partecipativa delle istituzioni e della società.

L'abrogazione dei profitti dall'acqua richiede l'immediata riduzione delle tariffe pagate dai cittadini, nonchè la convocazione, ATO per ATO, di assemblee territoriali che definiscano tempi e modi della ripubblicizzazione del servizio idrico in ogni territorio.

E' stata una straordinaria traversata per l'acqua e la democrazia.
E' il tempo della festa. In tutte le piazze. Con tutte le donne e gli uomini che ci hanno creduto.
Ora possiamo guardare al futuro con nuova fiducia.
Roma, 13 giugno 2011

mercoledì 16 febbraio 2011

Primo quesito


Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”:

"Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?"

Finalità: fermare la privatizzazione dell’acqua

Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.

È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.

Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.

martedì 15 febbraio 2011

Secondo quesito


"Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma": ammissibile.

"Volete voi che sia abrogato - Art. 154, comma 1 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?"

Finalità : fuori i profitti dall'acqua

Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.

Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.